6.2.20

Galeotto fu il libro...

Nell’era di internet, un libro può esser visto da molti solo come un oggetto.
Una tale ottica non può esser condivisa, innanzitutto perché un libro è comunque veicolo di cultura, ma anche perché esso prescinde dalla sua fisicità e contribuisce a favorire flussi comunicativi tra persone altrimenti destinate a non conoscersi mai.
Nel XV secolo Gutemberg si sforzò di trovare una tecnica che ne consentisse la fruizione al numero maggiore di persone ed al minor costo possibile.
Da allora, grazie alla tecnica e all'ingegno umano, si è arrivati ai risultati che tutti sappiamo e che privilegiano anche il connotato “virtuale” dei libri: e-books, podcast ed audible.
Proprio la feconda sinergia con la rete ha creato un fenomeno a dir poco interessante, il BookCrossing.
L’iniziativa, nata negli Stati Uniti all'alba del terzo millennio grazie a Ron Hornbaker e sua moglie Kaori sulla scorta di precedenti tentativi più risalenti nel tempo, ha come obiettivo il passaggio di libri da una parte all'altra del mondo (di qui il suo nome), coinvolgendo anche i lettori.
Pertanto, chi vuol immettere nel circuito nuovi libri, si collega al sito dedicato, ottenendo un codice identificativo unico (BCID - BookCrossing ID) che, una volta generato, si applica al libro attraverso un’etichetta adesiva che ne illustra i vari step.
Il testo è cosi monitorato nei suoi vari passaggi, in quanto, chi lo trova può, a sua volta, aggiornare on line la scheda del libro ed è libero di decidere come, dove e re immetterlo.
L’assoluta libertà data ai lettori, ne scatena la fantasia circa i posti dove lasciare i libri, che possono anche essere molto insoliti; è infatti molto stimolante lasciare un libro persino into the wild, al di là delle convenzioni e degli schemi.
Così che, viaggiando per il mondo si possono trovare: i Book Tree a Berlino, vere e proprie biblioteche pubbliche all’aria aperta a bassissimo impatto ambientale, ma elevato impatto culturale; una cassetta rossa a Washington con l’invito a prendere un libro, una piccola “biblio-sedia” in Minnesota che celebra la comodità della lettura offrendo libri gratuiti, una variopinta cabina del telefono in disuso che a Vienna torna a nuova vita, una  carriola del BookCrossing a Salò (i libri come mattoni per costruire cultura), o la BookCrossing Bike per chi ama leggere all’aria aperta in Brasile.
Diversamente, un libro collocato discretamente in un posto per esso non usuale, ma comunque affollato ed anonimo genera minori remore in chi voglia impossessarsene e quindi ne favorisce il passaggio.
Ed in tal senso, alcuni tali spazi, come sale da the o angoli di locali pubblici, persino sale d’aspetto, sono divenuti luoghi di elezione per tali operazioni.
Come pure, tra i lettori stessi viene a crearsi quel canale comunicativo che ha come base la medesima passione per la lettura e la condivisione, quasi fisica, degli stessi interessi.
Ecco quindi sorgere comunità di fruitori di libri che prescinde dal virtuale ed organizza ritrovi sul territorio, oltre che mantenere vivo il contatto in rete, atteso che la pratica del BookCrossing
Ciò in quanto la pratica del BookCrossing non è solitaria.
Gli incontri possono avere come argomento la spiegazione e l'approfondimento dei meccanismi del sito e della filosofia del condividere, discussioni a tema letterario o semplicemente e più frequentemente la conoscenza diretta degli altri BookCrossers e un'occasione per stare insieme tra persone che condividono la visione di questo aspetto della vita.
Il tutto, al di fuori delle attività di registrazione, è abbastanza elastico.
Ad oggi il sito conta quasi due milioni di iscritti, con tredici milioni di libri registrati messi in giro ed ha un discreto numero di iscritti anche in Italia
D’ora in poi, maneggiando distrattamente un libro, avremo maggiore consapevolezza di quanto possa esserci alle sue spalle, ma anche, e soprattutto, di quanto cammino può fare e far fare a chi lo legge.


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