Nell’era
di internet, un libro può esser visto da molti solo come un oggetto.
Una
tale ottica non può esser condivisa, innanzitutto perché un libro è comunque
veicolo di cultura, ma anche perché esso prescinde dalla sua fisicità e
contribuisce a favorire flussi comunicativi tra persone altrimenti destinate a
non conoscersi mai.
Nel
XV secolo Gutemberg si sforzò di trovare una tecnica che ne consentisse la
fruizione al numero maggiore di persone ed al minor costo possibile.
Da
allora, grazie alla tecnica e all'ingegno umano, si è arrivati ai risultati che
tutti sappiamo e che privilegiano anche il connotato “virtuale” dei libri:
e-books, podcast ed audible.
Proprio
la feconda sinergia con la rete ha creato un fenomeno a dir poco interessante, il BookCrossing.
L’iniziativa,
nata negli Stati Uniti all'alba del terzo millennio grazie a Ron Hornbaker e
sua moglie Kaori sulla scorta di precedenti tentativi più risalenti nel tempo,
ha come obiettivo il passaggio di libri da una parte all'altra del mondo (di
qui il suo nome), coinvolgendo anche i lettori.
Pertanto,
chi vuol immettere nel circuito nuovi libri, si collega al sito dedicato, ottenendo
un codice identificativo unico (BCID - BookCrossing ID) che, una volta generato,
si applica al libro attraverso un’etichetta adesiva che ne illustra i vari step.
Il
testo è cosi monitorato nei suoi vari passaggi, in quanto, chi lo trova può, a
sua volta, aggiornare on line la scheda del libro ed è libero di decidere come,
dove e re immetterlo.
L’assoluta
libertà data ai lettori, ne scatena la fantasia circa i posti dove lasciare i
libri, che possono anche essere molto insoliti; è infatti molto stimolante
lasciare un libro persino into the wild,
al di là delle convenzioni e degli schemi.
Così
che, viaggiando per il mondo si possono trovare: i Book Tree a Berlino, vere e
proprie biblioteche pubbliche all’aria aperta a bassissimo impatto ambientale,
ma elevato impatto culturale; una cassetta rossa a Washington con l’invito a
prendere un libro, una piccola “biblio-sedia” in Minnesota che celebra la
comodità della lettura offrendo libri gratuiti, una variopinta cabina del
telefono in disuso che a Vienna torna a nuova vita, una carriola del BookCrossing a Salò (i libri
come mattoni per costruire cultura), o la BookCrossing Bike per chi ama leggere
all’aria aperta in Brasile.
Diversamente,
un libro collocato discretamente in un posto per esso non usuale, ma comunque affollato
ed anonimo genera minori remore in chi voglia impossessarsene e quindi ne favorisce
il passaggio.
Ed
in tal senso, alcuni tali spazi, come sale da the o angoli di locali pubblici,
persino sale d’aspetto, sono divenuti luoghi di elezione per tali operazioni.
Come
pure, tra i lettori stessi viene a crearsi quel canale comunicativo che ha come
base la medesima passione per la lettura e la condivisione, quasi fisica, degli
stessi interessi.
Ecco
quindi sorgere comunità di fruitori di libri che prescinde dal virtuale ed
organizza ritrovi sul territorio, oltre che mantenere vivo il contatto in rete,
atteso che la pratica del BookCrossing
Ciò
in quanto la pratica del BookCrossing non è solitaria.
Gli
incontri possono avere come argomento la spiegazione e l'approfondimento dei
meccanismi del sito e della filosofia del condividere, discussioni a tema
letterario o semplicemente e più frequentemente la conoscenza diretta degli
altri BookCrossers e un'occasione per stare insieme tra persone che condividono
la visione di questo aspetto della vita.
Il
tutto, al di fuori delle attività di registrazione, è abbastanza elastico.
Ad
oggi il sito conta quasi due milioni di iscritti, con tredici milioni di libri
registrati messi in giro ed ha un discreto numero di iscritti anche in Italia
D’ora
in poi, maneggiando distrattamente un libro, avremo maggiore consapevolezza di
quanto possa esserci alle sue spalle, ma anche, e soprattutto, di quanto
cammino può fare e far fare a chi lo legge.

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