La disciplina sportiva del
ping pong evoca, in senso figurato, una contrapposizione tra due soggetti posti
ai lati opposti di un tavolo.
La sfida
che deve designare il vincitore, nell'immaginario collettivo, è inoltre caratterizzata
dal rimo frenetico delle dinamiche di gioco, frutto di acceso agonismo.
Eppure, proprio
al mondo del ping pong è legato un episodio che negli anni ’70 mise in connessione
tra loro due paesi, espressione di culture totalmente inaccostabili,
favorendone la riconciliazione e diede origine alla cosiddetta ping pong diplomacy.
Per contestualizzarlo
meglio, val bene rammentare che ci troviamo in un momento storico a dir poco
delicato nello scacchiere geopolitico,
Sono anni
in cui il sentimento nazionale di qualsiasi popolo è, per forza di cose,
permeato del più rigido dogmatismo ideologico.
Da quando
il Partito Comunista Cinese di Mao Zedong aveva preso il potere 22 anni prima, nel
1949, solo undici americani furono ammessi nella Cina comunista, per una
settimana, in quanto affiliati al Partito internazionale delle Pantere Nere che
la Cina considerò l'organizzazione internazionale come un'ambasciata
statunitense.
Tuttavia si
trattò di un evento isolato: come altri cittadini americani, anche il senatore
Eugene McCarthy espresse il desiderio di visitare la Cina dopo le elezioni
presidenziali del 1968, ma nemmeno lui riuscì ad ottenere un ingresso in Cina
nonostante la sua carica istituzionale.
Gli
artefici di un’impresa di tal fatta rispondono al nome di Glenn Cowan e Zhuang
Zedong, i giocatori più rappresentativi delle nazionali di USA e Cina di tennis
tavolo, contraddistinti da personalità diametralmente opposte: il primo,
anticonformista, estroverso ed hippy, il secondo, eroe nazionale, pluricampione
mondiale, personalmente stimato dal Gran
Timoniere Mao (la cui amicizia gli valse il carcere nel suo paese nei
successivi anni di repressione legati alla Rivoluzione Culturale) ed icona del laborioso e produttivo popolo cinese, fustigatore dei costumi dei nemici
capitalisti.
Quando
nell’aprile del 1971, durante i campionati mondiali di disciplina in Giappone, Cowan
si attardò con un collega cinese, perdendo l’autobus della sua squadra, trovò
un fortunoso passaggio sul torpedone della nazionale cinese, finendo per
socializzare con il capitano della squadra (Zedong, appunto).
Il viaggio
durò appena quindici minuti, ma fu sufficiente e a far scattare tra i due un
nobile sentimento di amicizia.
Zedong donò
a Cowan un quadro su seta raffigurante i Monti Huangshan; l’americano,
disponendo in quel momento solo di un pettine, contraccambiò nei giorni
successivi con una t-shirt con la bandiera della pace e la scritta “Let it be”
Tale
scambio non passò sott'occhio, immortalato da giornalisti e fotografi che
raccolsero le impressioni dei protagonisti con dovizia di particolari.
In
particolare la fotografia che ritraeva i due campioni in un atteggiamento così
cordiale, quasi fraterno, campeggiò anche su Dakancao, il giornale di riferimento della classe dirigente cinese.
Fu così che
la diplomazia colse l’occasione per cercare di forzare quella penosa situazione
di stallo nelle relazioni, facendo pervenire al governo cinese una richiesta
ufficiale di visita da parte della nazionale statunitense.
Si dice che
fu Mao in persona, convinto dalle doti di Zedong, campione saggio, leale ed
autorevole, a dare l’imprimatur
all'iniziativa e così, in men che non si dica, il 10 aprile 1971, nove giocatori
americani, quattro funzionari e due consorti attraversarono un ponte tra Hong
Kong e la Cina continentale e passarono una settimana tra partite dimostrative,
visite guidate ed eventi mondani.
L’evento
aprì la strada alla storica visita ufficiale di Richard Nixon nel febbraio del
1972.
Due mesi dopo il viaggio di Nixon, dal 12 al
30 aprile 1972, Chuang Tse-tung ricambiò in qualità di capo delegazione della
squadra di ping pong cinese.
La cosa
rimase così impressa nelle coscienze degli americani che lo scrittore americano
Winston Groom ne trasse ispirazione per un memorabile episodio del suo romanzo
Forrest Gump, peraltro riportato nella trasposizione cinematografica del 1994
con interprete Tom Hanks.
E i due diretti
protagonisti?
Le loro
sorti furono molto diverse; Glenn Cowan, scemata l’aura di successo personale,
conobbe momenti di dipendenza da droghe ed ansia depressiva.
Pare quasi
che aver contribuito con successo al raggiungimento di un fine così alto,
avesse fatto perdere di significato ai suoi occhi tutto il resto.
Zedong, da parte
sua, dopo aver vissuto, come detto, l’esperienza del carcere per motivi politici, venne riabilitato, assumendo la guida
dell’accademia giovanile di tennis tavolo.
Volle
recarsi a Los Angeles, non già per abbracciare il suo amico Glenn, ormai morto
da tre anni, ma per far visita alla sua anziana madre, cui confessò il rimpianto
per non aver avuto più modo di vedersi con lui.
Due
giocatori, ai quali -però- il destino non riservò alcuna rivincita.
Game. Set.
Match.

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