In tempi in
cui il fenomeno Cosplay è divenuto planetario, emulare i propri beniamini,
protagonisti di manga, anime o videogiochi, è una circostanza del tutto
ricorrente che non sconvolge più nessuno.
Nel variegato novero dei personaggi frutto della fantasia spiccano i
Peanuts; tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo letto e fantasticato
leggendo il famosissimo fumetto ideato dall’indimenticato Charles Schulz.
La diffusione del Cosplay, come a noi noto, dalle prime origini, forse
statunitensi, ha ricevuto decisivo impulso in Giappone.
E proprio in Giappone, dopo un museo dedicato a Snoopy a Tokyo ed un
ristorante che si chiama “Peanuts diner”
a Yokohama, gli amanti dei Peanuts hanno trovato anche un tetto: il Peanuts Hotel di Kobe.
L'idea dell'albergo ha preso spunto proprio da una striscia storica,
quella in cui il leggendario “cane non cane” di Charlie Brown decide di
ospitare nella sua famosa cuccia uno stormo di uccelli e proclama: «È bello avere una casa in cui i tuoi ospiti
si sentano a proprio agio».
Si tratta di una struttura di tre piani con 18 camere, bar e ristorante,
tutto rigorosamente a tema, con pareti tappezzate di immagini e frasi
fulminanti.
Ciascuno dei tre piani ha un
tema: immaginazione, felicità, amore.
La notizia in sé lascerebbe pensare alla solita astuzia commerciale di
alcuni imprenditori che sfruttano un marchio di sicuro successo per ottenere
profitti notevoli.
Potrà anche esser vero, ma val bene ribadire il concept ispiratore dell’albergo “È bello avere una casa in cui i tuoi ospiti si sentano a proprio agio”.
Un frase che condensa solidarietà, concordia e condivisione.
Il tradizionale senso di ospitalità giapponese –legata a secolari rituali-
che si coniuga con la praticità in puro stile yankee sullo sfondo di un
cagnolino di fantasia, il cui merito è quello di riuscire a coinvolgere ed
accomunare tra loro tante persone di differenti latitudini e culture.

