La
vicenda narrativa si svolge, per poetica intuizione del suo autore, in un’unica
giornata: il ventinove marzo 2006, giorno in cui si è verificata un’eclisse
solare totale visibile nel nostro pianeta.
Descrive
i momenti relativi a dieci parti in contesti che più differenti tra loro non
potrebbero essere: si passa da un parto in piscina a quello all’interno di una
comune o in una super attrezzata clinica.
Disparati
sono anche i contesti geografici; dalla Vecchia Europa al Sud Est Asiatico o al
Sudamerica.
Ugualmente
sono diversi gli approcci all’evento nascita, retaggio delle rispettive culture
e tradizioni popolari.
Ma
c’è una cosa che accomuna, pressoché scientificamente, tutte le protagoniste di
queste vicende ed è lo sguardo delle puerpere quando viene loro avvicinato il
neonato che emette il primo vagito.
E’
in quel preciso istante che tra madre e figlio si crea quel legame comunicativo
che non cesserà mai.
Si
creano le condizioni per ciò che gli esperti definiscono imprinting, vale a dire la trasmissione, mediante attaccamento da
madre a figlio, del corretto bagaglio utile al sano sviluppo del neonato.
Legame
che Pier Paolo Pasolini, parlando di Susanna Colussi, sua madre, seppe da par
suo racchiudere nei versi dell’ode, “Supplica a mia madre”, in cui il poeta, tra
l’altro, afferma: “Tu sei sola al mondo
che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore”.

