17.3.22

So chi 6

In un suo racconto del 1929, intitolato “Catene”, l’autore ungherese Frigyes Karinthy enunciò una tesi che, ai più, apparve un mero esercizio di stile poetico, soprattutto perchè formulata su basi empiriche: due persone, anche se lontane e sconosciute, possono entrare in contatto tra loro, semplicemente attraverso sei passaggi intermedi di persone, a loro volta concatenate.

Quarant’anni dopo, nel 1967, il sociologo americano Stanley Milgram, approfondì scientificamente il concetto in uno studio condotto all’università di Harvard, cui diede il nome “teoria del mondo piccolo” o “small world effect”; al termine dei suoi esperimenti condotti in Massachusetts su un rilevante campione di soggetti, provò che il numero di passaggi per connettere due persone sconosciute tra loro variava da cinque a sette.

  Tale ricerca, pubblicata su “Psychology today”, contribuì a far nascere l’espressione “sei gradi separazione”, nell’accezione a noi nota. 

Il suo concetto di fondo è che due persone possono entrare in contatto con chiunque tramite soli sei individui. Ciò perchè la crescita esponenziale delle relazioni, pur partendo sostanzialmente da zero, crea le condizioni per connettersi. 

Un concetto che –attualizzato alla luce dei social e dei moderni mezzi di comunicazione- assume connotati ancor più sorprendenti.

Infatti, nel 2001 fu lo stesso Zuckerberg a ripetere l’esperimento dei sei gradi di separazione sugli iscritti di Facebook, in collaborazione con esperti informatici dell’Università Statale di Milano.

Ebbene, sul campione di relazioni analizzate venne fuori che i gradi di separazione che intercorrono tra due persone sono meno di quei risaputi sei, più precisamente 3.74. Un report ufficiale condotto su Facebook nel 2016 ha condotto a risultati molto simili.

Ma la crescita esponenziale è un fenomeno di natura, che si diverte a nascondersi tra le pieghe dell’ovvio e della superficialità umana.

Come nel caso della leggenda indiana sugli scacchi. 

Secondo tale leggenda, il suo inventore rispondeva al nome di Sissa, maestro di un principe. 

Il Principe fu molto colpito dalla sagacia del gioco, e promise a Sissa qualunque cosa egli avesse richiesto come ricompensa

Per tutta risposta, Sissa chiese in premio un chicco di grano per la prima casella della scacchiera da lui inventata, due per la seconda, quattro per la terza e così via, sempre raddoppiando fino alla sessantaquattresima ed ultima. 

Sembrava una richiesta modesta, e Sissa fu deriso da molti: avrebbe potuto chiedere molto oro, ma apparentemente si stava accontentando di qualche chilo di riso. 

Il principe ordinò che la richiesta fosse esaudita, ma dopo che i contabili di palazzo calcolarono il numero dei chicchi promessi, la verità venne presto rivelata: si trattava di pagare al furbo Sissa una quantità tale di riso che i raccolti di tutto il mondo non bastavano a soddisfare: diciotto miliardi di miliardi di grani di riso, pari a 600 miliardi di tonnellate!

Secondo una versione cruenta, la storia finì davvero male per Sissa, ma questo non ha importanza.

Vale invece tener bene a mente che ogni persona, così come quel granello di riso sulla scacchiera, ha la possibilità di espandere le sue relazioni all’infinito, indifferentemente verso tutti e verso tutto. 

In fondo, non lo dividono che soli sei gradi di separazione